Italiani in Giappone che si lamentano
Una cosa in cui molti italiani eccellono è lamentarsi di tutto e di tutti, e questa caratteristica non viene a mancare neppure quando andiamo a vivere all’estero. Lamentarci è il nostro modo di sfogare le frustrazioni della vita, e forse alle volte esageriamo perché nel nostro Paese ci sono talmente tante magagne che ci viene naturale trovare delle cose da criticare in ogni contesto.
Ognuno di noi italiani residenti in Giappone può avere varie ragioni per essersi trasferito qui, chi per la famiglia, chi per lavoro e chi per altro, ma diciamolo chiaramente: il motivo principale per cui siamo in Giappone è che la vita che conduciamo qui è migliore di quella che può offrirci l’Italia.
Se così non fosse, quelli che rimangono in Giappone lamentandosi in continuazione avrebbero già quasi tutti levato le tende, cosa che in realtà non si sognano nemmeno di fare.
Ora vi starete chiedendo: di cosa si lamentano gli italiani in Giappone? Vi rispondo con le cose che sento dire più spesso, molte delle quali sono veramente ridicole.
Il costo della vità è alto
Il costo elevato della vita è uno dei tormentoni più comuni, soprattutto per quanto riguarda Tokyo ed Osaka, le due città in cui si concentrano la maggior parte degli italiani residenti in Giappone: “gli affitti, i trasporti, i generi alimentari… tutto troppo caro!”
Ma vogliamo fare una comparazione onesta con il nostro Paese? Il costo della vita nelle principali città italiane è analogo a quello delle grandi città giapponesi. Se ad esempio compariamo Roma e Milano con Tokyo ed Osaka ci accorgiamo che, a conti fatti, il costo complessivo della vita varia di poco (dati Numbeo, Cost of Living Comparison).
C’è un dato che però trascurano sempre tutti, ovvero che gli stipendi giapponesi sono mediamente più alti rispetto all’Italia (dati OCSE), e questo va a favore del potere d’acquisto.
Alcune cose effettivamente costano un po’ di più, come i treni di cui alcuni si lamentano proprio per il prezzo. Forse vi scoccia pagare il biglietto un po’ più caro rispetto a quando stavate in Italia, ma vi ricordate anche degli scioperi e dei ritardi di ore, o vivendo in Giappone li avete rimossi dalla memoria?
Si lavora sempre
Il mondo del lavoro in Giappone presenta alcune criticità, ma almeno il lavoro c’è ed è ben retribuito. Frignate per le troppe ore di lavoro, per il capo giapponese autoritario, per le bevute “obbligatorie” insieme ai colleghi, ma provate a lamentarvi di fronte ad uno dei tanti ragazzi italiani disoccupati, che sarebbero disposti a massacrarsi il doppio di voi per avere lo stipendio bello corposo che vi entra in tasca ogni mese.
L’Italia ha un tasso di disoccupazione molto più alto di quello del Giappone, che è una delle Nazioni con meno disoccupazione al mondo, quindi invece di lamentarvi potreste ringraziare per le opportunità che questo Paese vi ha offerto.
Gli italiani sono stereotipati
Chi vive in Giappone ed è italiano deve inevitabilmente fare i conti con gli stereotipi, positivi e negativi, permanentemente legati alla nostra terra. Molti si lamentano di questo problema, ed in alcuni casi non hanno tutti i torti, ma dobbiamo ricordarci che se i giapponesi apprezzano l’Italia è soprattutto grazie ad alcuni stereotipi, diffusi anche da personaggi come Girolamo Panzetta.
Quanto interesse rimarrebbe nei confronti dell’Italia se sparissero le icone che ci hanno resi popolari, e ci hanno portato ad essere amati dai giapponesi? La verità è che molti italiani in Giappone, proprio grazie agli stereotipi ci hanno campato e ci campano tutt’oggi, anche se in pochissimi sono disposti ad ammetterlo.
Manca il cibo italiano
Chissà quante volte ho sentito ripetere questa stupidaggine: “In Giappone si mangia male, nulla a che vedere con la nostra cucina italiana!”
Trovo ridicoli i discorsi di chi si lamenta della cucina giapponese, che è riconosciuta da tutti (NB: tutti quelli che ci capiscono qualcosa) come una delle cucine migliori al mondo, al pari di quella italiana se non addirittura superiore sotto alcuni aspetti.
Non è certo un caso che la guida Michelin abbia confermato per moltissimi anni consecutivi Tokyo come capitale mondiale del gourmet.
C’è anche da aggiungere che la buona cucina italiana in Giappone si trova, soprattutto a Tokyo dove ci sono tanti ristoranti gestiti da bravissimi cuochi italiani, o da giapponesi che hanno studiato in Italia portando le eccellenze della nostra tradizione culinaria in Giappone.
Non tollerano gli stranieri
In Giappone ci sono alcuni razzisti, ma sono una piccola minoranza. La maggior parte dei giapponesi accettano e trattano benissimo tutti gli stranieri che rispettano le loro regole e la loro cultura. Sottolineo “che rispettano le loro regole e la loro cultura“. Chi viene in Giappone pensando di fregarsene delle regole e di imporre la propria visione del mondo ai giapponesi, ha proprio sbagliato Paese.
Noi siamo gli ospiti e come tali siamo noi a doverci adattare, ed è giusto che sia così. Se non vi sta bene, così come siete entrati potete uscire. Rispettando le regole e la cultura locale, in anni ed anni in Giappone non ho mai subito episodi di razzismo. Al contrario, in alcuni casi ho potuto beneficiare di privilegi proprio per il fatto di essere straniero.
Le tasse da pagare
“Ci spennano, le tasse sono troppe, il governo giapponese ha addirittura aumentato la tassa sui consumi dal 5% all’8%, non se ne può più!”
Provate a fare questo discorso di fronte a chi in Italia ancora ci vive, e la tassa sui consumi (IVA) se la ritrova al 22%, per non parlare di tutte le altre vessazioni.
In Giappone le tasse sono nettamente più basse rispetto all’Italia, ed a fronte del pagamento delle imposte i giapponesi godono di una elevata qualità dei servizi e delle infrastrutture, cosa che l’Italia di oggi si può solo sognare. Per questi motivi lamentarsi delle tasse in Giappone, considerata la situazione nel nostro Paese, è incredibilmente ridicolo.
Le regole sono troppo rigide
Il Giappone è pieno di regole, scritte e non. Fa parte del loro modo di vivere, ed è una caratteristica che ha sia lati positivi che negativi. Tanti italiani che conosco questa cosa non la mandano proprio giù, ma se sono venuti in Giappone ed hanno intenzione di rimanerci, prima o poi dovranno adattarsi. Che senso ha lamentarsi tutti i giorni di una cosa che si è consapevoli di non poter cambiare?
Le case sono piccole
Il Giappone è un arcipelago il cui territorio è occupato per il 75% da montagne e rilievi, ed ha una popolazione di oltre 125 milioni di abitanti. Siccome tutte queste persone da qualche parte bisogna metterle, è ovvio che le abitazioni siano in media relativamente piccole, soprattutto nelle città con una altissima densità di popolazione come Tokyo.
Anche in questo caso che senso ha lamentarsi di una cosa che non si può cambiare e di cui tutti sono al corrente? Meglio vedere il lato positivo: gli spazi, seppur ridotti, sono generalmente organizzati molto bene e le case moderne sono molto comode.
Io vivo a Tokyo, in una zona residenziale tranquilla ma a pochi minuti dalle zone più centrali della città, con tutto a portata di mano. Insieme a mia moglie ho a disposizione circa 70 m², che per la media di Tokyo sono già tanti anche se per due persone possono sembrare pochi. Nonostante lo spazio relativamente ridotto, abbiamo tutte le comodità pensabili: dalla vasca da bagno che parla e ti regola automaticamente la temperatura, alla tavoletta del bagno riscaldata con bidet elettronico incorporato, allo specchio nella doccia che si scalda per evitare che si appanni per il vapore, al tritarifiuti incorporato nel lavandino, al pavimento riscaldato, ecc.
E non ho ancora detto la cosa più importante: una casa piccola è più facile da tenere pulita ed in ordine.
Non ci sono cestini per strada
In Giappone ci sono pochissimi cestini della spazzatura per strada: tragedia! Fare come fanno tutti gli altri, ovvero portarsi una borsina in cui mettere eventuali cartacce e rifiuti per non lasciare sporcizia in giro, è così difficile? Per me non lo è affatto, ma per alcuni sembra essere la cosa più complicata del mondo.
Le strade in Giappone sono pulite, e questo significa che il loro sistema funziona bene anche con pochi cestini. Adattarsi è semplice e ci vuole poco, come l’ho fatto io può farlo chiunque.
Vivo qui e mi lamento finché voglio!
Ora conoscete buona parte degli argomenti di discussione più quotati fra gli italiani che vivono in Giappone e che si lamentano di continuo. Potreste sentire anche la classica frase: “Qui ci abito, ci lavoro e pago le tasse, quindi mi lamento quanto voglio!”
La mia risposta è questa: se non ti sta bene niente di come funzionano le cose qui, l’uscita è da quella parte.