SoapLand, i bagni del piacere
Come ben sapete, i nostri amici giapponesi amano molto l’igiene e la pulizia. Soprattutto amano quella del corpo e, quando possono, si recano ai bagni pubblici per lavarsi e rilassarsi. I bagni pubblici sono molto diffusi e non sono come i nostri (che sono più dei “contenitori di orinatoi e water”) ma sono dei veri e propri “centri della cura della persona” dove il giapponese si doccia, si rilassa nella vasca comune, si profuma, ecc…
Ma in Giappone le cose “strambe” sono sempre dietro l’angolo: a qualcuno potrebbe non piacere la “compagnia” degli altri fruitori del bagno pubblico e preferirne una più rispettosa della privacy e, magari, più… intima!
Per questo motivo la nostra “cara” Yakuza gestisce (ma non lo dite a nessuno, non è la Yakuza che gestisce queste cose – ecco l’ho detto ora toglietemi la katana dal collo e liberate Luchan -) dei simpatici “locali a tema” chiamati SoapLand che, detto in breve, sarebbe: farsi insaponare da una fanciulla è meglio che insaponarsi con altra gente sconosciuta.
Eh, ma non pensate a male, no. Questi sono locali seri! Non ci credete? E allora perché nel novanta per cento dei casi il gaijin non può entrarci? Per non rovinare la merce. E che merce si vende? Beh, se a Tsukiji si vende il pesce, nelle SoapLand… si vende la cura del corpo.
Il giovanotto (e, di recente, anche la giovanotta) giapponese che vuole rilassarsi e lavarsi si reca in questi posti e, dopo aver scelto la “massaggiatrice esperta” che più si addice alle sue esigenze economiche, viene condotto in una stanzetta. In questa stanzetta ci si spoglia e la ragazza inizia, dopo aver lavato il cliente, un massaggio con un sapone/olio particolare.
Finito il bagnetto potete ritirarvi a casa puliti e profumati.
Pensavate che fosse finita qui?
Nelle SoapLand la massaggiatrice, se previsto dal tariffario (ah, mi ero dimenticato di dirvi che c’è un tariffario per ogni ragazza a seconda del “servizio” offerto e della sua bellezza), si concentrerà se vorrete sulle vostre zone clou anche con piccoli bacetti e carezze in modo da farvi divertire in modo “legale”. Perché, direte, in modo legale? Dovete sapere che in Giappone non esistono reati come quello di “associazione a delinquere” o “sfruttamento della prostituzione” o, per lo meno, non sono regolamentati come in Italia. Una prostituta VERA (ricordiamo sempre che le Geisha NON sono prostitute) per la legge giapponese è quella che riceve denaro in cambio di un rapporto sessuale con penetrazione, quindi i rapporti orali e manuali non sono contemplati e se la polizia dovesse fare una retata le ragazze colte in “fraganza… ehm flagranza di reato” non sono perseguibili.
Ma se uno volesse “approfondire” il rapporto come si fa? Beh, come abbiamo detto il servizio offerto dalla direzione è quello di un massaggio, ma alcune ragazze, se volete, con un “piccolo” extra possono farvi divertire in un altro modo: facendo del sesso con voi!
Oh, allora tanto ci voleva a dire che le SoapLand sono dei bordelli mascherati?
No, bisognava analizzare la situazione per farvi capire come “legalmente infrangono la legge”.
Abbiamo detto che la penetrazione in cambio di denaro è reato ma non esiste lo “sfruttamento della prostituzione”, quindi la ragazza nella stanzetta ha piena autonomia e di conseguenza, se viene “colta in fallo” dalla polizia, la direzione della SoapLand non ne risponde perché, appunto, loro offrono altri servizi ed è stata la ragazza “autonomamente” a decidere di prostituirsi.
Ingegnoso, no?
E ora passiamo al fatto del “divieto di ingresso” ai gaijin. In rete troverete il solito figone che, scherzando sui luoghi comuni delle dimensioni, dirà: non accettano gli stranieri perché possono “rovinare la merce”. Niente di più sbagliato, forse.
La Yakuza è una ditta. Loro sono imprenditori e questo segmento di mercato frutta soldi ma è anche composta da gruppi nazionalisti di estrema destra (la loro destra) e penso che a loro non piaccia che degli stranieri “sfruttino” le “loro donne” e quindi per approfittarsi del grande afflusso di gaijin che, in Giappone, vogliono provare un massaggio completo, hanno pensato che fosse più giusto usare ragazze straniere per intrattenere altri stranieri. Coerenza al primo posto: a te gaijin (visto sempre male e certe volte visto anche come portatore di strane malattie) propongo una cinese, una filippina, una thailandese o qualsiasi altra donna con gli occhi a mandorla, che tanto non capisci la differenza e tanto quando sei li non ti accorgi che non è giapponese (conoscono anche la mentalità degli stranieri, guardate che ricerche di mercato fanno).
E per farti sentire a casa, fuori da questi locali ci sono dei simpaticissimi “butta dentro” (l’ospitalità in Giappone è così alta che ti buttan dentro, mica fuori) che “armati” di volantini ti offrono le migliori offerte per la SoapLand da loro rappresentata.
Concludendo un piccolo avviso: non è per fare il moralista ma consiglio a tutti i lettori di evitare di frequentare certi posti. E proprio per evitare una morale la mettiamo su un piano legale: se vi becca la polizia voi siete gli stranieri e potrebbero nella migliore delle ipotesi sbattervi sul primo volo per l’Italia con spese, multe e annessi e connessi e conseguente espulsione dal Paese e, nella peggiore, ricordiamo che le carceri esistono anche in Giappone e che “mio cuggino si ritrovò in un fosso tutto bagnato che gli mancava un rene”.
Se poi il richiamo è così forte cercate di avere una dimestichezza con la lingua da non farvi spellare soldi per extra non voluti, non contemplati o inventati apposta per voi.
In casi estremi ricordiamo sempre che, nel Paese della tecnologia, potete portare con voi questo e lavarvi dove volete.
Ma questa è un’altra stramberia.
Ale-kun