Rapporti di amicizia in Giappone
Da quando vivo qui, mi sono capitate esperienze che hanno creato in me la convinzione che avere un rapporto profondo con un giapponese è difficile, se non impossibile. E non solo a me, ma ad altri amici stranieri che hanno tentato di instaurare un rapporto di conoscenza o amicizia con dei giapponesi.
Ci sono tanti esempi che potrei fare, per quanto mi riguarda, mi è capitato spesso, essendo un’amante del teatro e dei musicals, di andare a vedere degli spettacoli organizzati sempre dalla stessa compagnia teatrale.
Quando sei lì ad aspettare, di solito capita di chiacchierare un po’ con chi è intorno a te.
Ok, le prime volte no, le persone sono già abbastanza scioccate nel vedere una straniera bionda andare a teatro per riuscire a pensare di avvicinarla.
Ma sai, un “fa freddo oggi” può aprire tante strade e magari a metà della serata, l’interlocutore ha preso coraggio, ti ha chiesto da dove vieni e cominciate la conversazione.
E tu pensi ok, è fatta che bello, ho trovato qualcuno con cui fare amicizia!
La cosa si smonta poi alla fine della serata quando quella stessa persona, ti saluta e si congeda da te.
“Tutto ok” pensi.
Tanto ci si rivedrà in altre occasioni.
Le occasioni arrivano ma la seconda volta, la persona è un po’ diversa, si comporta con te in modo meno amichevole, e tu ti chiedi se hai fatto qualcosa di strano, se magari la stai importunando…
In realtà ho capito dopo, che quello instaurato è un rapporto superficialissimo di conoscenza, che non andrà mai più a fondo di uno scambio di saluti e una chiacchierata di convenienza a fine spettacolo prima di congedarsi.
La persona in questione non scambierà mai con te il suo numero, non vi sentirete mai fuori da lì e tutto ciò ti lascia con l’amaro in bocca perché magari tu amicizia la volevi fare sul serio…
Poi ci sono quelli con cui vieni a contatto tramite qualche altro amico in comune.
Magari ti vengono presentati una sera, ci fai una bella chiacchierata, ridete, vi divertite, e alla fine vi scambiate le emails.
Subito dopo il saluto finale arriverà il messaggio dalla nuova conoscenza che ti ringrazia per la bella serata (altro must) e tu pensi “Eccolo! Questa può diventare qualcosa, posso cominciare ad avere qualche conoscente e magari fare amicizia sul serio!”
E per qualche giorno, tu e la persona in questione vi scambiate messaggi.
Poi ad un certo punto, dopo l’ennesimo invio, non arriva risposta.
Ci rimani un attimo ma pensi che va bene, magari risponderà più tardi.
Per farla breve, passa un mese o più e la persona che avevi conosciuto quella sera sembra essersi dileguata nel nulla.
La cosa più curiosa di questo caso è che al 90%, qualche mese dopo, ti manderà una email dal nulla, con il tono allegro di sempre come se vi foste sentiti la sera prima.
Questo, nel caso tu abbia scelto la via del non scrivere più e lasciare tutto così.
Se invece decidi di ricontattarlo chiedendo che succede o roba del genere, quasi sicuramente la persona non si farà mai più sentire perché è troppo… pesante stare dietro a qualcuno che manda incessantemente messaggi.
Molto spesso, quando dopo del tempo ti arriva il messaggio dal nulla, la persona, se vi rivedete, dirà che è stata molto impegnata.
In Giappone la gente adduce questa ragione continuamente, mai capito se sia vero no, in ogni caso è all’ordine del giorno.
I fidanzati che non convivono, si vedono se tutto va bene una volta a settimana, più probabilmente una ogni 15 giorni e se sono sfortunati, una volta al mese.
E tutto perché “sono impegnati”.
Notare che magari il tempo per uscire con altri lo hanno.
Ma ci sono i compartimenti stagni in cui metti i rapporti interpersonali, per cui se passi il tempo con quell’amico è una cosa del tutto diversa che passarlo con quell’altro amico.
E potresti avere tempo per uno, perché ti va di più, ma non avere tempo per l’altro.
E’ così che si va avanti.
Come un giapponese si rapporta con i propri amici, è ancora un mezzo mistero per me.
Per esempio, se una mia amica o un mio amico stanno male per amore non ci penso due volte ad andare a tirarli su, o se hanno bisogno di un favore, per quanto in mio potere tento di aiutarli.
E lo farei per chiunque reputi un amico.
La mia coinquilina giapponese una volta mi chiese se avevo una migliore amica… io le risposi di no al che lei rimase sorpresa perché, mi disse, se X stava male andavo a tirarlo su o se Y era nei casini tentavo di aiutarla.
Questa cosa, nella sua testa era strana.
Perché vai a fare tutto questo per una persona che non è la tua migliore amica? Chi te lo fa fare?
Il migliore amico, per i giapponesi, è quello a cui dici tutto e per cui fai queste cose.
Gli altri mi danno l’idea di essere un po’, intercambiabili come passa il tempo o le mode.
Alternano con loro, momenti in cui si mandano miliardi di messaggi, a momenti in cui tra un po’ neanche si salutano, e non perché sia successo qualcosa, solo perché… è così.
Quando un giapponese ti dice “rifacciamolo un’altra volta ok?” se non ti da dei riferimenti particolari di giorno libero o altro, è sottinteso che “non lo rifaremo più”.
Nell’eventualità che un giapponese rimanga sul vago nel parlare della prossima volta in cui vi incontrerete, tu sai che questa non ci sarà.
C’è il giapponese che conosci in Giappone durante un viaggio, ci passi del tempo e vi scambiate che so… il contatto facebook.
Per un po’ ti scrive, chiacchierate online, ma poi puf, scompare nel nulla.
I casi sono due: o si è stufato e ha trovato una nuova moda a cui dedicare il suo tempo, oppure ritornerà all’attacco proprio come l’amico conosciuto una sera, di punto in bianco senza un motivo e tu comincerai a chiederti se questa persona non sia bipolare.
Oltretutto c’è un problema fondamentale con i giapponesi, una cosa contro cui molti italiani si scontrano e che hanno problemi ad accettare.
Un giapponese non ti dirà mai chiaramente cosa pensa di te e non ti farà mai notare apertamente quando commetti un errore ma ti dirà sempre che va tutto bene.
Come ho scritto nell’articolo “Le paroline magiche giapponesi“, se crei un problema, lui non te lo dirà direttamente quindi tu non potrai essere in grado di sistemare il torto che probabilmente gli hai fatto senza neanche rendertene conto.
Se un giapponese ha un problema con te, non cercherà di risolverlo, non ne vale la pena per lui e quindi si starà zitto e se proprio la cosa continua, scomparirà…
Nel caso non scompaia, continuerete a sentirvi e poi ti rinfaccerà tutto molto più avanti facendoti rimanere con l’amaro in bocca perché avresti voluto essere informato prima.
Ma il confronto diretto e al momento è troppo impegnativo e viene rifuggito.
Se un giapponese deve lamentarsi di una persona lo farà con pochi intimi, perché criticare qualcuno con persone che si conoscono poco è visto in maniera molto negativa, e poi ovviamente davanti all’interessato, non dirà niente.
Tentare di entrare nella loro testa, lo ribadisco, è difficile.
Non sai mai se quello che fai è giusto o sbagliato. Se smettono di contattarti cominci a farti mille domande su cosa potresti aver fatto che non andava bene per poi dopo un po’ scoprire che in realtà sono fatti così, e come gli idols che cambiano ogni settimana, o le mode che passano di stagione in stagione, anche tu hai il tuo momento d’oro per poi finire nel dimenticatoio fino a quando toh’, non si ricordano che esisti e si rifanno vivi.
A questo ci si deve abituare e non darci troppo peso.
Se le cose devono andare in porto ci andranno piano… mooolto piano.
Non sarà certo l’amore di un giorno passato a chiacchierare che ti darà la certezza di aver instaurato un buon rapporto.
Ma se nel tempo gli lasci il loro spazio, qualora siano veramente interessati, tornano. E’ solo che il loro modo di rapportarsi con gli altri è diverso dal nostro e se tentiamo di decidere noi l’andamento del rapporto, il giapponese scapperà.
Sempre ricordando il fatto che probabilmente, potremo essere sicuri di avere instaurato una vera conoscenza, solo quando quella persona onestamente ci farà presente qualche nostro errore o ci darà un consiglio per correggere qualcosa che facciamo nel momento in cui lo facciamo. Se invece dei lati positivi, riusciamo a fargli tirare fuori anche qualche critica, sapremo che forse, abbiamo trovato un nuovo amico.