La prostituzione in Giappone
Uno dei lati nascosti e meno conosciuti del Giappone riguarda il mercato del sesso e la prostituzione. A volte capita di trovare articoli riguardanti la diffusione della pornografia e le stravaganti mode nell’ambito delle perversioni sessuali ma raramente viene trattato il tema del sesso a pagamento.
Come in buona parte dei Paesi occidentalizzati anche in Giappone la prostituzione è illegale, ma le leggi nipponiche sono piuttosto controverse in merito, in quanto si limitano a vietare lo scambio di denaro per le prestazioni sessuali che comprendono la penetrazione ma queste norme vengono facilmente aggirate da ragazze che offrono “massaggi stimolanti”, rapporti orali o quant’altro senza che vi sia un rapporto completo.
Trovare del sesso a pagamento è una delle cose più facili del mondo per i giapponesi, ma raramente questo avviene per la strada. Si perché, come è noto ormai a tutti, gli uomini giapponesi sono molto riservati e non amano fare le cose in maniera così “rozza”. In alcuni quartieri delle città, nel mezzo della notte, capita di incontrare prostitute a passeggio in cerca di clienti ma non sono molte e sono quasi tutte straniere.
Le ragazze giapponesi che scelgono di mettere in vendita il proprio corpo generalmente lavorano a domicilio oppure all’interno di locali che si fanno chiamare con vari nomi come “centri massaggi” o “soapland”, a seconda delle tipologie di servizi offerti ai clienti paganti. Questi posti sono alla luce del sole e non utilizzano alcuno stratagemma per essere poco visibili perché, come dicevo poco fa, massaggi erotici o rapporti che non includano la penetrazione sono ammessi dalla legge.
In realtà anche li dentro è possibile pagare per avere un rapporto completo ma questo avviene in maniera nascosta. Al pubblico vengono mostrate le tipologie di servizi offerti dalle ragazze con i relativi prezzi ma non è mai incluso l’atto sessuale, questo però viene offerto direttamente al cliente dalla prostituta in cambio di una somma aggiuntiva di denaro. In questo modo i gestori dei “bordelli”, che spesso fanno parte della criminalità organizzata, ovvero la Yakuza, possono scagionarsi facilmente in caso di retate della polizia.
Se vi siete fatti venire delle idee in testa per il vostro viaggio purtroppo per voi potete subito togliervele perchè nella quasi totalità di questi locali l’accesso è categoricamente vietato agli stranieri, cosiddetti gaijin. Gli unici posti in cui uno straniero può accedere senza difficoltà al mercato del sesso sono la strada o locali in cui le ragazze sono anch’esse straniere.
Il motivo di questa “discriminazione” è dovuto alla diffusa convinzione che malattie come l’aids siano state portate in Giappone dall’estero e di conseguenza le ragazze che si offrono ai gaijin avrebbero maggiori difficoltà a trovare clienti giapponesi. L’altra ragione per cui gli stranieri vengono respinti è che spesso non parlano giapponese e non possono comprendere appieno le regole di questi locali con il conseguente rischio di creare dei problemi.