La Città Incantata
Questa è la storia di Chihiro, una bambina che si trasferisce con i genitori in un’altra città. Durante il viaggio verso la casa nuova, la famiglia si imbatte in una città abbandonata e decidono di fermarsi per mangiare. Poco dopo Chihiro scopre che i suoi genitori si sono trasformati in maiali e lei deve sottostare alle decisioni della perfida maga Yubaba che gestisce una stazione termale per… gli spiriti.
Ad aiutare Chihiro c’è Haku, un ragazzo misterioso che si trasforma anche in un drago. La bambina fa tante cose, si rende utile e riesce nelle sue imprese, dimostrando di avere carattere e coraggio. Per lei infatti è una sorta di rito di passaggio nell’età adulta: all’inizio infatti è timida e impacciata mentre verso la fine del film è decisa e ferma nelle sue decisioni. Conoscerà dei nuovi amici e risolvendo degli indovinelli, seguendo la sua missione, riesce a salvare i suoi genitori e a tornare nel mondo degli umani.
Questa specie di Alice nel paese delle Meraviglie, definito il capolavoro di Hayao Miyazaki, fa conoscere il fantasioso mondo dei Kami (gli spiriti della religione Shintoista) all’Occidente.
All’inizio per un occidentale la visione potrà essere difficile e ricca di domande ma è un modo per conoscere questa dottrina che regola il mondo nipponico in cui natura e religione si fondono in un’unica realtà. Un altro tema caro al regista è l’ecologia che riprende in tutti i suoi film, in particolare l’anime “La Prinicipessa Mononoke”, dove il mondo della natura viene rovinato dall’uomo.
Nella città incantata è l’uomo che deve purificarsi all’interno delle terme magiche (gli onsen) per togliere la sporcizia e l’inquinamento del mondo. Vengono citati molti esempi della mitologia giapponese (uno fra tutti lo Spirito del Ravanello) e citazioni dal teatro (il personaggio dell’uomo senza volto indossa una maschera del Teatro Nō). La struggente e delicata colonna sonora è curata da Joe Hisaishi già noto per aver creato le musiche dei film di Takeshi Kitano.
Questo film vincitore del Premio Oscar è per me uno dei migliori anime degli ultimi anni e racchiude molte chiavi di lettura tra cui la poesia.
Hayao Miyazaki è considerato uno dei padri dell’animazione giapponese. Collaborando ad anime come Lupin e Heidi, realizza diversi lungometraggi come “Conan il ragazzo del futuro” (Mirai shōnen Konan – 1978) e “Nausicaa della valle del vento” (Kaze no tani no Naushika – 1982). Fonda lo Studio Ghibli che viene riconosciuto per non utilizzare la tecnica dell’animazione digitale.
Nel 2005 riceve il Leone d’oro alla carriera e con il film “La città incantata” (Sen to Chihiro no kamikakushi – 2001) si afferma in occidente.
Poesia e colori delicati caratterizzano i film di Miyazaki che sempre ha un occhio di riguardo per la natura e l’armonia. In particolare dedica i suoi film ai bambini e alle future generazioni insegnando a rispettare l’ambiente e le sue tradizioni.
Valentina Fontanella