Introduzione ai verbi
Iniziamo con 3 motivi per cui il giapponese è una lingua più facile di quanto sembra!
1) Non esistono distinzioni di genere
Al contrario dell’italiano nel giapponese non c’è alcuna distinzione fra maschile e femminile quindi è una cosa in meno da studiare!
2) Non ci sono distinzioni fra plurale e singolare
Nella lingua giapponese non si fa distinzione fra plurale e singolare ma se vi è la necessità di specificare che una determinata parola è al plurale basta aggiungere il suffisso “-tachi” come in questi esempi:
Tomodachi (amico) -> Tomodachitachi (amici)
Watashi (io) -> Watashitachi (noi)
3) Coniugare i verbi è molto più semplice rispetto all’italiano
Dimenticatevi tutti i tempi verbali che caratterizzano la nostra lingua, nel giapponese esistono solo 2 tempi verbali: passato e non passato (i verbi al futuro si coniugano come quelli al presente).
Ovviamente qualche difficoltà la incontreremo e non è proprio così facile, ma è molto meno complicato di come spesso si pensa erroneamente.
Fatta questa premessa passiamo all’argomento della nostra lezione: i verbi!
Esistono 2 tipologie di verbi nel giapponese che si chiamano ichidan (verbi che terminano in iru ed eru) e godan (tutti gli altri verbi, comprese alcune eccezioni di verbi in iru ed eru che rientrano in questa categoria).
Oltre a questi esistono 2 verbi che studieremo in seguito e che non rientrano in alcuna categoria: kuru (venire) e suru (fare).
Questi sono alcuni verbi ichidan:
- Miru: Guardare
- Okiru: Alzarsi, svegliarsi
- Ochiru: Cadere
- Taberu: Mangiare
- Deru: Uscire
Questi sono alcuni verbi godan:
- Iku: Andare
- Hashiru: Correre
- Hairu: Entrare
- Shiru: Conoscere
- Aruku: Camminare
- Hanasu: Parlare
Dovete sapere che nel giapponese esiste una netta distinzione fra il linguaggio formale (forma cortese) e quello informale (forma piana) utilizzato principalmente per rivolgersi ad amici o a bambini.
I verbi che abbiamo visto sono in forma piana, per coniugarli in forma cortese dobbiamo utilizzare -masu, vediamo come:
Per gli ichidan:
Miru -> Mimasu
Okiru -> Okimasu
Ochiru -> Ochimasu
Taberu -> Tabemasu
Deru -> Demasu
Non è così difficile, vero? Ora passiamo ai godan:
Iku -> Ikimasu
Hashiru -> Hashirimasu
Hairu -> Hairimasu
Shiru -> Shirimasu
Aruku -> Arukimasu
Hanasu -> Hanashimasu
La forma piana dei verbi è quella che troverete sul vocabolario mentre la forma in -masu è quella che utilizzerete più spesso per rivolgervi a persone in situazioni formali. Ricordate che in Giappone è molto più frequente rivolgersi a qualcuno utilizzando un linguaggio formale quindi prestate sempre molta attenzione per evitare brutte figure.
Per concludere questa lezione introduttiva ai verbi giapponesi vediamo come coniugare i verbi in base alla persona… nulla di più semplice! Nei verbi giapponesi oltre a non esserci alcuna differenza di genere e numero non vi è differenza nemmeno di persona, vediamo un esempio:
Watashi wa taberu / Watashi wa tabemasu = Io mangio
Anata wa taberu / Anata wa tabemasu = Tu mangi
Kare wa taberu / Kare wa tabemasu = Lui mangia
Kanojo wa taberu / Kanojo wa tabemasu = Lei mangia
Come vedete il verbo taberu si coniuga esattamente allo stesso modo per ogni persona.
Vocabolario
- Watashi: Io
- Anata: Tu
- Kare: Lui
- Kanojo: Lei
- Miru: Guardare
- Okiru: Alzarsi, svegliarsi
- Ochiru: Cadere
- Taberu: Mangiare
- Deru: Uscire
- Iku: Andare
- Hashiru: Correre
- Hairu: Entrare
- Shiru: Conoscere
- Aruku: Camminare
- Hanasu: Parlare