Iaido
Che cos’è lo iaido
Arte mariale giapponese che è stata sviluppata dalle scuole di iaijutsu e kenjutsu, lo iaido unisce la dottrina zen (per questo è chiamato zen in movimento) con la filosofia dei samurai. Il suo obiettivo è permettere al praticante di essere in armonia e in perfetta unione sia con l’universo che con se stessi. Infatti il significato letterale di questa disciplina è la via dell’unione dell’essere. Nato intorno al Cinquecento, lo iaido viene considerato l’arte dell’estrazione della spada e rappresentava un elemento di fondamentale importanza per i samurai. Non bisogna dimenticare che l’abilità tecnica nei duelli raggiungeva livelli altissimi e molto spesso lo scontro si concludeva dopo uno oppure due scambi con la morte di uno o entrambi i samurai. Di conseguenza non era infrequente che l’estrazione della spada e il colpo successivo determinassero l’esito del duello. Successivamente in epoca moderna l’arte della katana è diventato un mezzo per scoprire i proprio sé interiore ed entrare in un rapporto armonico con il modo circostante attraverso lo sviluppo dei riflessi e il miglioramento della concentrazione mentale. L’obiettivo è imparare ad agire prontamente in ogni contesto e situazione. In questo modo le scuole si sono evolute basandosi sul principio che regola l’essenza stessa dello iaido. La vittoria senza sfoderare (letteralmente vincere con la spada ancora nel fodero) può essere applicata nella vita reale. Quindi si può raggiungere un livello tale che la contesa ha termine prima ancora di iniziare perché l’avversario riconosce la situazione e si ritira. Anche per questo motivo lo iaido si caratterizza per il fatto che bisogna apprendere i kata (sequenze di tecniche codificate) senza effettuare combattimenti. Infatti la padronanza e la precisione degli insegnamenti sono determinate da un rigoroso addestramento, ma i kata vengono eseguite nel vuoto.
Quali sono le tecniche e i movimenti dello iaido
Le tecniche di estrazione della spada fondano l’intera disciplina dello iaido. Il primo movimento del kata prevede l’estarzione della katana perché si inizia sempre una sequenza con la spada riposta nel fodero. Le azioni sono:
– il nukitsuke, l’estrazione della spada dal fodero eseguendo un movimento preciso e rapido. Si ricorda che tutti i movimenti nello iaido sono controllati e morbidi;
– il kiritsuke. Il movimento di estrazione viene prolungato per effettuare un colpo di taglio. Si tratta della fase di attacco;
– l’ukenagashi. È la parata, nel caso in cui il colpo sia andato a vuoto e ci si debba proteggere dall’attacco dell’avversario;
– il chiburi. Si tratta di una sequenza rituale, che imita il movimento con cui, al termine di un duello, il samurai vittorioso ripuliva la lama della spada dal sangue dell’avversario semplicemente facendola ruotare con un movimento del polso. La precisione e la nettezza dell’azione facevano semplicemente scivolare via il sangue, lasciando la katana pulita;
– noh toh. L’ultima azione è riporre la spada nel fodero, così da concludere il kata.
Si ricorda che questa sequenza risulta essere molto semplice, tuttavia sono previsti anche altri movimenti a seconda del numero di azioni che compongono il kata. Ad esempio, tagli e affondi vengono alternati a parate. In ogni caso si termina sempre con le sequenze del chiburi e del noh toh. L’importante è che si eseguano tutti i movimenti tendendo sempre d’occhio l’ipotetico avversario. La progressiva complessità, articolazione e lunghezza dei kata è legata alla sempre maggiore esperienza, agilità e destrezza acquisite dal praticante (aikidoka) nel corso del suo addestramento. Ad esempio, alcuni kata di più alto livello comprendono movimenti come supportare la spada con la mano libera (oppure l’impugatura a due mani) oppure eseguire colpi inferti utilizzando l’elsa. nel primo caso un attacco a breve distanza risulta avere una maggiore forza, nel secondo il praticante ha ormai imparato a usare la spada nella sua interezza, non soltanto la lama. Un aspetto da tenere in considerazione riguarda la velocità. Questo elemento non riveste un’importanza di primo piano nello iaido. Questo fatto si spiega con:
– la necessità di dare una maggiore importanza alla precisione dei tagli. Nello specifico durante l’addestramento si enfatizza soprattutto quali siano i punti di arresto e le angolazioni della traiettoria del colpo per superare la guardia dell’ipotetico avversario;
– soltanto in pochi casi sono previsti kata che richiedono di estrarre velocemente la spada;
– uno dei fattori che determinano la maggiore destrezza e abilità del praticante risulta essere l’aumento graduale dello jo-ha-ky, cioè della velocità quando si eseguono colpi di taglio. Di conseguenza man mano che si prosegue nell’addestramento è necessario che ogni singolo taglio presenti un’accelerazione curata ed evidente. La rapidità oppure la lentezza dei kata sono considerati ininfluenti.
Lo Zen Nihon Kendo Renmei iaido kata prevede l’esistenza di 12 kata, ognuno dei quali nato combinando diverse tecniche base. Sono:
– Roppon-me – Morotezuki, caratterizzato dall’affondo a due mani;
– Ippon-me – Mae, che prevede un attacco frontale;
– Kyuhon-me – Soetezuki, dove l’affondo viene eseguito usando come supporto per la lama la mano libera;
– Nihon-me – Ushiro, il cosiddetto kata all’indietro;
– Nanahon-me – Sanpogiri, dove l’attacco si caratterizza per un taglio in tre direzioni;
– Junihon-me – Nukiuchi. In questo caso la spada viene estratta dal fodero e quindi il movimento prolungato per eseguire un colpo di taglio;
– Sanbon-me – Ukenagashi. Si tratta del kata dove rivestono maggiore importanza le parate;
– Hachihon-me – Ganmenate, il cosiddetto kata del colpo al viso;
– Juippon-me – Sogiri. Il kata prevede una serie di tagli completi;
– Yonhon-me – Tsukaate. Si tratta di un kata specifico, comprendente il colpo dato con l’elsa;
– Jupon-me – Shihogiri. Il movimento più importante è il taglio in quattro direzioni;
– Gohon-me – Kesagiri, caratterizzato da un taglio diagonale.
Come viene praticato lo iaido
In base al livello raggiunto si possono usare spade diverse. I principianti impiegano i bokken (spade di legno) e man mano che acquisiscono destrezza e abilità passano agli iait (spade con lame non affilate in metallo). Soltanto quando si raggiunge il livello di esperti è possibile utilizzare gli shinken (vere katane in metallo affilate). Per imparare lo iaido si deve seguire un preciso processo di apprendimento, che comprende varie fasi, quali:
– il kihon, cioè l’insegnamento e l’allenamento delle tecniche di base. Di conseguenza il principiante impara l’estrazione della spada da eseguire in concomitanza con i colpi di taglio, il rinfoderamento della lama, i tagli verticali (kiri otoshi) e le varie tecniche per ripulire la katana facendola ruotare con un movimento del polso;
– il Mae. Si tratta del primo kata, il cui apprendimento rappresenta la fase successiva all’insegnamento dele tecniche fondamentali. In questo modo si ci concentra sui muscoli che verranno usati anche per i successivi kata e si svolgono in sequenza tutti i movimenti di base.
L’apprendimento progressivo è fondamentale per padroneggiare nozioni di primaria importanza, ad esempio il sen (il senso dell’iniziativa), il maai (la distanza) e lo hyoshi (il ritmo dei kata). la difficoltà dello iaido è rappresentata dal fatto che quest’arte marziale giapponese non viene eseguita a coppie e non viene previsto il combattimento libero. Di conseguenza i praticanti devono focalizzarsi soltanto su un avversario immaginario e mai su uno in carne ed ossa. Proprio per questo motivo gli iaidoka praticano, contemporaneamente allo iaido, il jigeiko del kendo e il jodo. Nel primo caso il kendo-no kata prevede lo svolgimento dei kata a coppie, mentre il secondo riguarda l’arte del combattimento con il bastone corto. Da un lato è possibile verificare lo svolgimento dei kata con un avversario reale, nel secondo si fa pratica di combattimento libero.
Cosa tenere a mente
La disciplina dello iaido consente di incrementare la coordinazione dei movimenti e la loro eleganza, oltre che alla precisione e alla potenza. Comunque bisogna tenere e mente che quest’arte marziale vede il prevalere dell’aspetto mentale rispetto a quello fisico. Infatti la meditazione e l’allenamento della mente rivestono un ruolo fondamentale. Di conseguenza il controllo delle emozioni e la concentrazione eseguita basandosi sulla respirazione consente di raggiungere il munen muso, cioè lo stato in cui il praticante rimane senza coscienza di sé. Liberare la mente da qualunque pensiero permette di essere in una condizione nella quale è possibile reagire a ogni situazione in maniera corretta, controllata ed efficace. Di conseguenza si mantiene una completa tranquillità e la perfetta armonia con l’universo anche in situazioni di potenziale pericolo e stressanti, non soltanto durante la vita quotidiana. I risultati sono due: da un lato si ottiene una sempre maggior capacità di controllo psicofisico, dall’altro l’allenamento porta a migliorare il proprio carattere. Infatti un individuo che pratica lo iaido ha una più grande consapevolezza delle proprie capacità e abilità, è più serena, equilibrata e possiede una vigilanza totale sulla propria energia vitale (ki). È proprio da questo elemento che deriva la capacità di vincere uno scontro senza combattere perché l’allenamento dello spirito favorisce lo sviluppo dell’amicizia e del rispetto verso gli altri in accordo con l’armonia dell’universo. La comprensione dell’avversario può portare all’eliminazione stessa dello scontro e delle sue ragioni. Proprio per le sue caratteristiche lo iaido può essere praticato sia da uomini che da donne di qualunque età perché spinge a diventare persone migliori e più consapevoli. In Giappone quest’arte marziale è molto diffusa non soltanto a livello tradizionale ed è stata codificata dall’organizzazione preposta alla sua regolamentazione. Infatti la All Japan Kendō Federation ha elaborato nel tempo i 12 kata seitei-iai che rappresentano l’esercizio pratico di quest’arte. In genere servono circa 2 anni per padroneggiare in maniera sufficiente questi kata, tuttavia si tratta di un periodo di tempo variabile a seconda dell’impegno e del livello di allenamento che si vuole seguire. Una volta raggiunta la padronanza dei kata il praticante deve rivolgersi alle koryū tradizionali per studiare più approfonditamente quest’arte marziale. In Giappone ne esistono diverse, ognuna dedicata a un differente stile. La più famosa di queste scuole è la Muso Shinden Ryū. Oggi lo iaido si è diffuso a livello mondiale: in Italia si fa riferimento allo iaidō ZNKR e la koryū più importante è la scuola Hoki Ryu. Le competizioni prevedono il saper dimostrare di saper padroneggiare i kata e le tecniche previste in maniera corretta.