Il cinema omosessuale di Hashiguchi
Attualmente, tra i vari generi cinematografici chiacchierati e discussi, non si può non parlare del cinema a sfondo omosessuale che sta emergendo di diritto nel nuovo cinema d’autore giapponese.
Sono molti i registi che si sono occupati di tale genere, tra cui troviamo il celeberrimo Takashi Miike (Big Bang Love Juvenile A, pellicola del 2006), tuttavia ho deciso di soffermarmi su un regista che ha dedicato la propria carriera verso tale mondo; sto parlando di Hashiguchi Ryosuke (Nagasaki, 13 luglio 1962).
Il suo primo lungometraggio risale all’ormai lontano 1993 e si intitola Touch of Fever: storia di due ragazzi che si prostituiscono in un locale gay.
In questa sua prima pellicola Ryosuke si sofferma sulle insicurezze e vulnerabilità dei due giovani protagonisti, rappresentando il mondo dell’omosessualità e i suoi rapporti col resto della società.
Dal punto di vista stilistico già in questa sua prima opera si possono evidenziare tecniche molto care a Ryosuke e utilizzate con insistenza nei suoi successivi lavori; ad esempio troviamo molti piani fissi e lunghi che esplorano ed analizzano con una certa distanza critica i fatti rappresentati.
Nel 1995 Ryosuke ritorna dietro la macchina da presa realizzando Like Grains of Sand, pellicola drammatica acclamata non soltanto in patria, infatti grazie a tale sforzo riceverà il Tiger Award ottenuto a Rotterdam.
Il film ruota intorno a tre ragazzi: Ito che perde la testa per il compagno Yoshida; Yoshida, inizialmente attratto da Ito, si innamora della bella Aihara; Aihara invece rifiuta il corteggiamento di Yoshida e sostiene la causa di Ito.
Hashiguchi colloca in primo piano i sentimenti di disorientamento, sconcerto, smarrimento e incertezza adolescenziali, inoltre insiste nel cercare una comunicazione positiva tra mondo gay e mondo etero, rappresentando però anche il conflitto fra le due realtà.
A questo punto il giovane cineasta decise di prendersi una momentanea pausa per poi tornare nel 2001, anno in cui realizzò Hush, sicuramente la pellicola più importante e prestigiosa della sua carriera, presentato in anteprima mondiale a Cannes.
Il film narra la storia di una donna che si insinua nella relazione omosessuale di due uomini, decisa ad avere un figlio da uno dei due senza però voler distruggere il loro legame.
Hashiguchi ritrae tre esistenze solitarie e le difficoltà col rapportarsi con il resto della società.
Hush è un film sospeso tra humour e dramma, dove è possibile evidenziare un uso maniacale dei long take e dei piani sequenza fissi con l’obiettivo specifico di mettere in scena i momenti salienti della narrazione dando risalto a gesti e posture dei protagonisti.
Andrea Venuti