Brother di Takeshi Kitano
Vi parlerò di un film a mio avviso molto bello e significativo che racconta la vita di uno Yakuza, che abbandonato a se stesso va in cerca di suo fratello dall’altra parte del mondo. Parliamo per l’appunto di Brother, scritto ed interpretato da Takeshi Kitano, uno dei maggiori esponenti del cinema giapponese, vincitore di numerosi premi internazionali per le sue opere, e che ha dedicato la sua vita al cinema, alla scrittura e all’arte giapponese.
La storia si svolge tra gli Stati Uniti e il Giappone. Yamamoto è il membro di una famiglia affiliata alla mafia giapponese Yakuza; uscito sconfitto da una guerra contro una famiglia rivale, e abbandonato anche dal suo compagno più fidato, lascia il Giappone e parte per Los Angeles alla ricerca del fratello minore Ken, il quale andò negli States per ragioni di studio e si ritrovò fare lo spacciatore di droga.
Con il passare del tempo, Yamamoto, insieme al fratello ritrovato e qualche suo amico, riesce a organizzare una gang che presto diventerà una forte organizzazione criminale, utilizzando i vecchi insegnamenti e modi di fare tipici della mafia giapponese.
I primi in cui si imbatte sono i messicani e subito dopo si concentra nel conquistare il territorio controllato dai giapponesi, comandati da Shirase, il quale finirà col diventare un alleato.
Ma quando la gang decide di far guerra alla mafia italiana la battaglia sfocia in un incredibile massacro.
Tutto il film è in classico stile Takeshi: sangue a fiumi, discorsi e comicità giapponese; presenta molti temi, in particolare il martirio del protagonista. Un ottimo film, a mio avviso è uno dei più ben riusciti degli ultimi 20 anni del cinema nipponico, una sorta di “splatter made in Japan”.
E’ pieno di scene geniali, come ad esempio il discorso che fa Yamamoto con un esponente di un’altra gang, nascondendo un’arma sotto al tavolo, e che chiaramente sfocia in un massacro.
Michele Morrone