Le pazze mode giapponesi
La mia ragazza è giapponese, ha un impiego che la tiene costantemente occupata (un classico essendo giapponese) e per non sottrarre tempo prezioso al suo lavoro andando in bagno diverse volte al giorno ha cominciato a portare il pannolone come fanno tutte le sue colleghe.
Un momento… detta così potrebbe sembrare una cazzata! Infatti proprio di questo si tratta, una di quelle cazzate sparate all’inizio per rompere il ghiaccio, perché quello di cui vi parlerò oggi sono le pazze mode giapponesi, o sarebbe meglio dire i pazzi giornalisti italiani (e non solo), che armati di tanta fantasia ci trascinano in un mondo in cui donne con gli occhi a mandorla e con la testa a ciambella si fanno la pipì addosso per evitare di perder tempo andando al bagno durante il lavoro. Se non ci state capendo una ceppa vi spiego subito di cosa sto parlando, sul web stanno continuando a circolare articoli riguardanti due bizzarre mode giapponesi, quella del pannolone e delle teste “a ciambella”, se aprite spesso google news o frequentate dei social network sicuramente vi sarà capitato di leggere qualcosa al riguardo, ma sarà tutto vero quello che si dice in giro?
La nuova moda delle donne giapponesi: il pannolone!
Penso che questa sia la notizia relativa al Giappone più cliccata delle ultime settimane su quotidiani online, blog e social network, anche perché è stata riportata quasi da tutti. La versione online del quotidiano Libero ad esempio titola un articolo: “Giappone: donne col pannolone sotto la gonna: Risparmiamo tempo in bagno. In pochi mesi le vendite di mutande assorbenti è aumentata e in molte non riescono a farne più a meno”. Se non fosse chiaro ho scelto di citare Libero per il sapiente uso dell’itagliano correggiuto unito alla veridicità delle informazioni, il che rende questo un vero e proprio capolavoro giornalistico, e se pensate che mi stia inventando tutto ammirate questo screenshot.
Il capolavoro si completa con un virgolettato di una signora giapponese non meglio identificata, che viene presentata come “una delle donne intervistate” (?) e dichiara “Lo indosso (il pannolone) con la gonna, per non creare strane protuberanze, anche se ovviamente, quando sono con il mio fidanzato non lo indosso mai”. L’anonima giapponesina intervistata da un anonimo giornalista in un luogo sconosciuto ci svela di indossare spesso il pannolone sotto la gonna per risparmiare tempo durante gli impegni di tutti i giorni, soprattutto durante il lavoro aumentando così la produttività (chissà se aumenta anche quella dei colleghi che devono lavorare al fianco di una che se la fa addosso tutti i giorni e non si cambia fino all’ora di staccare).
Questa non sarebbe la stravaganza di una folle a caso, bensì una nuovissima moda che dilaga in tutto il Giappone, diffusa a tal punto da portare alle stelle le vendite dei pannoloni. Considerando che si tratta di una di quelle cazzate giornalistiche grosse quanto Giuliano Ferrara, le domande che mi sono posto sono: Da dove è saltata fuori questa bomba di notizia? Ha una base anche minima di verità? Perché è stata riportata da buona parte dei quotidiani online?
Dopo alcune ricerche penso di aver risolto il mistero, sembra infatti che l’origine di tutte queste balle interattive sia un curioso articolo comparso su un sito web giapponese (http://nikkan-spa.jp/299209), riportato su alcuni blog americani con una traduzione grossolana dal giapponese all’inglese. Qualche giornalista italiano dopo aver scovato uno di questi post girando per la rete deve aver deciso di scriverci un pezzo e pubblicarlo senza curarsi di verificare le fonti, e come di consueto tutti gli altri giornali hanno scopiazzato innescando un passaparola mediatico in cui ad ogni passaggio la balla è diventata sempre più grossa. L’aumento delle vendite dei pannoloni invece è stato estrapolato da un’altra notizia, riportata anche su ItaliaJapan.net, riguardante però non una moda femminile, bensì l’invecchiamento della popolazione in Giappone. Perché si sa che ad una certa età si comincia a gocciolare, ed i pannoloni per anziani proprio a questo servono, all’incontinenza, non di certo ad evitarsi di andare al bagno per risparmiare qualche minuto nelle giornate di lavoro.
Bagelhead, la moda trasgressiva delle teste ciambellate!
Ricordo di aver letto per la prima volta di questa presunta moda oltre un anno fa, quando già allora venne presentata come la novità del momento. E’ bastato che un giornale andasse a ripescare questa notizia stagionata per innescare nuovamente il passa parola, e via con una serie di articoli in bella mostra su quotidiani, riviste, blog e siti di gossip. “Tokyo, impazza la moda delle teste a ciambella” (Tgcom), “La folle e dolorosa moda della fronte a forma di ciambella” (Libero), “Giappone, La moda del momento si chiama Bagelhead” (Scoop.it)…
Se ancora non conoscete questa pratica chiamata “bagel head” vi basta guardare la foto qui a fianco per farvi un’idea, il tutto consiste nell’iniettare sotto pelle una soluzione salina che provoca un rigonfiamento temporaneo che sparisce dopo poco tempo senza lasciare alcuna traccia. Ma allora gli articoli che parlano di questa cosa hanno dato una notizia vera? Direi di no, perché se è “la moda che impazza nella capitale del Giappone” vorrei sapere come mai a Tokyo non ho mai visto una sola persona con quella roba in testa. Un particolare non irrilevante che spesso i giornalisti si dimenticano di riportare è proprio il fatto che si tratta di una cosa che dura per alcune ore e poi sparisce senza lasciare alcun segno. Si può discutere se sia più o meno stupido storpiarsi la faccia in quel modo, ma c’è una bella differenza fra una cosa permanente ed una che dopo un solo giorno è già diventata un ricordo.
La moda dei berretti di lana in estate
In conclusione, dopo aver capito che le mode giapponesi che ci vengono raccontate dalla stampa sono spesso strane fantasie di giornalisti avvinazzati, vi mostro una vera moda un po’ strampalata che, pur non essendo diffusissima, si è fatta notare a Tokyo quest’anno e quasi nessuno ne ha parlato. La prima volta che ho incrociato uno di questi ragazzi con un vistoso cappello di lana era verso la metà di luglio in metropolitana, quando la temperatura sfiorava i 30 gradi con un’afa incredibile, e in quel momento ho pensato che si trattasse solo di un tipo un po’ strano. Nei giorni successivi ho cominciato a veder spuntare gente con berretti di lana un po’ dappertutto, specialmente nei quartieri più frequentati dai giovani come Shibuya ed Harajuku, e con quell’afa più che una moda mi è sembrato un tentativo di suicidio collettivo. Dev’essere una bella sofferenza tenersi quei cappelli in testa con il caldo afoso dell’estate giapponese, ma per seguire una moda certe volte bisogna soffrire!