Hanazono Inari
Nascosta tra i viali alberati di Ueno Park, la compatta ma suggestiva Hanazono Inari accoglie i visitatori con un tunnel di torii vermigli che scende verso una piccola cavità nella roccia. Il contrasto fra le lanterne rosse, il verde degli alberi secolari e lo scintillio degli stagni circostanti crea un microcosmo fuori dal tempo, in cui la frenesia di Tokyo sembra lontana. Questo santuario è particolarmente noto come punto energetico per la buona sorte nelle relazioni e per il suo legame con le battaglie che segnarono la storia di Ueno nel periodo Bakumatsu.
Origini e trasformazioni
Le prime testimonianze risalgono alla metà del XVII secolo, quando il luogo era conosciuto come Shinobugaoka Inari. Secondo la tradizione fu ricostruito nel 1654 dal monaco buddista Kankai dopo i disordini dell’era Keian. Il nome attuale, che letteralmente significa “santuario della campagna fiorita”, fu adottato dopo la Restaurazione Meiji per distinguerlo dal più grande Hanazono di Shinjuku. Nei secoli la piccola grotta naturale al di sotto della sala di culto, chiamata 穴稲荷 (Anary Inari), è stata venerata come luogo dove risiede la dea del riso Ukanomitama; ancora oggi molti pellegrini lasciano chicchi di riso e piccole volpi di ceramica come ex voto.
Un santuario, due anime
All’esterno la struttura segue lo stile architettonico nagare-zukuri, caratterizzato da un tetto curvo e aggettante che protegge la scalinata di pietra. Sul retro, invece, il camminamento coperto di torii crea un fluire continuo dall’alto verso il basso, simboleggiando il passaggio dal mondo quotidiano a quello spirituale. Ogni portale è un’offerta di privati o aziende in cerca di prosperità: i nomi dei donatori sono incisi nella vernice lacca insieme alla data di dedicazione. Camminare sotto la serie di archi rossi, con la luce che filtra tra i pannelli di legno, regala giochi di ombre perfetti per chi ama la fotografia urbana.
Il valore di un potere nascosto
Hanazono Inari è famosa per la tradizione della 白羽の矢 (shiraha no ya). Si tratta di una freccia bianca che il pellegrino porta in casa per tagliare simbolicamente i legami negativi e attirare rapporti benefici, siano essi sentimentali o professionali. Molti visitatori tornano ogni anno per restituire la freccia ormai “esausta” e riceverne una nuova, creando un ciclo di rinnovamento che si riflette nella vita personale. Il santuario custodisce anche tavolette ema con raffigurazioni di volpi danzanti, spesso decorate con cuori e brevi poesie d’amore lasciate da giovani coppie.
Scorci fotografici da non perdere
In primavera i ciliegi di Ueno formano un soffitto rosa sopra il percorso principale, mentre in estate la luce radente del tardo pomeriggio esalta il rosso dei portali. A novembre, l’esplosione di aceri incornicia il santuario di sfumature oro e cremisi, offrendo uno dei migliori scenari autunnali del parco. Subito dopo una pioggia invernale il pavimento di pietra riflette i torii, creando un elegante effetto specchio che attira fotografi con treppiede fin dalle prime ore del mattino.
Esperienza di visita
La salita inizia accanto alla sala delle offerte di Gojō Tenjin, santuario gemello dedicato alla medicina tradizionale. Dopo pochi metri si entra nell’allée di torii; il rumore della città svanisce, sostituito dallo scricchiolio del legno sotto i passi. In fondo si trova l’ingresso della grotta di Anary Inari, dove il profumo di incenso si mescola all’umidità delle pietre. La tradizione suggerisce di bussare leggermente alla parete rocciosa prima di formulare la propria preghiera, gesto che simboleggia il desiderio di “risvegliare” il kami e ottenere un ascolto benevolo.
Il santuario non dispone di un grande ufficio di amuleti; la maggior parte degli omamori e dei goshuin vengono emessi dal vicino Gojō Tenjin, che funge da amministrazione condivisa. Conservare lo scontrino dei torii come ricordo è considerato buona fortuna per l’anno successivo. In assenza di un sito ufficiale, l’unica fonte aggiornata sugli eventi stagionali è il pannello informativo in legno posto accanto al cancello di ingresso: qui vengono annunciati i matsuri di aprile e novembre, con danze del leone shishimai e cerimonie di purificazione.
Consigli pratici
Il percorso in discesa può essere scivoloso durante le giornate umide; è consigliabile indossare scarpe con buona aderenza. Pur essendo un luogo estremamente fotogenico, è bene evitare cavalletti larghi nelle ore di punta per non intralciare gli altri visitatori. Il santuario è libero da recinzioni esterne, quindi le visite all’alba sono possibili (ingresso fisico non bloccato), ma i servizi come timbri e amuleti sono disponibili solo nella fascia oraria ufficiale. Nei giorni festivi le scolaresche che attraversano Ueno Park possono creare leggeri affollamenti; per un’esperienza tranquilla si suggerisce di arrivare tra le 9:00 e le 10:00, prima dei gruppi organizzati.
Letture del luogo nel contesto di Ueno
Hanazono Inari fa parte di un mosaico di siti culturali che raccontano la storia di Tokyo dall’era Edo ai giorni nostri. Questo contrasto rende il santuario un punto di collegamento tra spiritualità e modernità. Molti viaggiatori inseriscono la visita tra il mercato Ameyoko e il Museo Nazionale, sfruttando i percorsi ombreggiati lungo lo stagno Shinobazu. La sua posizione centrale permette di accedere facilmente ai treni JR lungo la Yamanote Line, ideale per chi deve proseguire verso Asakusa o Akihabara.
Informazioni
Nome in giapponese | 花園稲荷神社 (Hanazono Inari Jinja) |
Orario d’apertura | Aperto dalle 6:00 alle 17:00. L’ufficio per goshuin e amuleti è attivo dalle 9:00 alle 16:00. |
Giorni di chiusura | Nessuno. |
Costo d’ingresso | Ingresso gratuito. |
Indirizzo | 〒110-0007 東京都台東区上野公園4-17 4-17 Uenokōen, Taitō-ku, Tokyo 110-0007 |
Accesso | A cinque minuti a piedi dalla stazione Keisei Ueno. A otto minuti a piedi dalle stazioni JR e Metro Ueno. |
Sito web | https://t-navi.city.taito.lg.jp/spot/1027 |